Il cloud native al servizio della digital transformation
Un tema sempre molto discusso è la “digital transformation”, ancora difficile da comprendere a 360
Applicazioni Cloud Native
Un tema sempre molto discusso è la “digital transformation”, ancora difficile da comprendere a 360 gradi. Non è banale raccontarla, perché non è solo l’uso di una serie di strumenti, ma un approccio metodologico ed organizzativo dell’azienda.
Premettiamo che è necessario realizzare che oggi “ogni azienda, è anche un’azienda software”.
Il software è pervasivo, accompagna tutte le attività quotidiane e rappresenta il canale preferenziale con cui gli utenti interagiscono con le aziende. In altre parole è ciò che ci permette di essere in pole position, avere qualche metro in più di vantaggio sui nostri competitor.
Infatti, il termine “Business digitale” è spesso associato ad aziende come Netflix, Amazon o Uber, che hanno introdotto innovazione e tecnologia, tracciando nuovi business model e nuovi paradigmi per imporsi come leader di settore.
Ma oggi, in tutti i settori di riferimento, ogni realtà deve seguire questo percorso per rimanere al passo con la continua evoluzione dei modelli di business e le applicazioni sono il cardine di una strategia aziendale che mette il digitale al centro di ogni processo.
Le nuove tecnologie si sviluppano e vivono in un contesto di cultura aziendale improntata sull’agilità organizzativa, dove il business ha la capacità di rispondere alla velocità di mutamento della domanda con un modello resiliente, veloce e flessibile di sviluppo, rilascio e aggiornamento dei prodotti.
La risposta è il modello Cloud Native.
Che cos’è il modello Cloud Native?
È anche un approccio metodologico, che nasce dalla sempre maggiore dipendenza delle aziende dal software e dalla necessità di renderlo disponibile ed evolverlo velocemente per rispondere in maniera più efficace ai cambiamenti del mercato.
Nonostante il nome forviante, i modelli Cloud Native non sono necessariamente eseguiti
in ambienti cloud, ma possono anche essere eseguiti on-premises, garantendo le stesse peculiarità e vantaggi del modello stesso.
È un approccio che si traduce nella pratica in una serie di cambiamenti culturali nella gestione del software e nell’adozione di best practices che consentono agli sviluppatori di sviluppare, mantenere e scalare applicazioni moderne in modo rapido e sicuro.
Il modello Cloud Native è un processo multidimensionale che implica il coinvolgimento di più fattori, quali:
È una trasformazione che può e deve essere vissuta come un graduale cambiamento, ma con solide basi di governo dello sviluppo.
Fra applicazioni Cloud Native e tecnologie come containers, container orchestrators, microservices, API dichiarative e metodi Agile vi è una stretta correlazione, perché sono strumenti che abilitano a mutamenti necessari di infrastrutture, architetture, tecnologie e processi aziendali.
Più nello specifico, per supportare applicazioni Cloud Native è necessaria un’architettura IT basata su microservizi, dove le applicazioni aziendali vengono spezzettate in piccoli componenti indipendenti tra di loro, ad ognuno dei quali è affidata una funzione specifica ed indipendente di business. Svincolando questi componenti, si permette ai sistemi di essere più flessibili e di evolvere con più agilità.
Un’architettura così distribuita necessita però di strumenti e processi che ne garantiscano la governance e che consentano a sistemi complessi di evolvere velocemente garantendo la continuità del business.
Tra le tecnologie abilitanti per l’adozione di un’architettura a microservizi, la principale è quella dei container.
I container sono pacchetti eseguibili che contengono il codice dell’applicazione, alcune versioni specifiche di runtime e librerie dei linguaggi di programmazione che risultano necessarie all’esecuzione dei servizi software.
In questo modo, i container virtualizzano parti del sistema operativo e divengono eseguibili ovunque, da un data center privato al cloud pubblico.
La containerizzazione consente di spostarsi velocemente da un ambiente di esecuzione all’altro, eseguire il deployment del software in modo efficiente e operare su una scala senza precedenti.
I container facilitano la condivisione di CPU, memoria, archiviazione e risorse di rete a livello di sistemi operativi e offrono un meccanismo di pacchettizzazione logico in cui le applicazioni possono essere astratte dall’ambiente in cui vengono effettivamente eseguite.
I vantaggi che il Cloud native offre sono numerosi.
Il principale è la flessibilità: ogni servizio viene eseguito a prescindere dall’ambiente in cui si trova (on-premises o cloud), per cui i programmatori godono di ampie libertà.
In questo modo è possibile avviare o arrestare delle istanze di un container e apportare modifiche al codice dei singoli microservizi senza impattare l’intero software.
Il Cloud native consente di predisporre applicazioni molto scalabili, rappresentando un grosso risparmio economico per le aziende che possono incrementare gradualmente e solo quando necessario le risorse senza rimettere in discussione le scelte architetturali.
I singoli servizi, infatti, non sono vincolati a un sistema operativo: le applicazioni possono essere eseguite su qualsiasi tipo di piattaforma, potendo così scegliere la migliore opzione per rapporto qualità-prezzo.
Un altro beneficio importante per le aziende che scelgono queste nuove applicazioni, è la possibilità di disporre in real time di aggiornamenti e modifiche, riuscendo a rispondere con tempestività alle nuove esigenze dei clienti e del mercato.
Infine, altro aspetto da non sottovalutare è la riduzione al minimo degli errori umani in ambito di gestione e configurazione, grazie all’elevata automazione di soluzioni di orchestrazione dei cointainer che assicura alle architetture Cloud Native resilienza ai guasti e mantenimento delle prestazioni in funzione del carico delle richieste.
L’approccio Cloud native abilitato dalle soluzioni container è una realtà destinata a consolidarsi e già adottata da tante realtà.
Le aziende che stanno affrontando il processo di trasformazione digitale non possono, infatti, prescindere da una tecnologia e da un modello di distribuzione dei servizi IT divenuti ormai essenziali, per sostenere lo sviluppo e l’evoluzione del business nel contesto di trasformazione in cui ci troviamo.
Con la finalità di garantire ai clienti e dipendenti servizi sempre disponibili e sicuri a supporto di processi sempre più integrati, efficienti e fluidi.
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